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• SEGRETARIATO SOCIALE PROFESSIONALE

Il Servizio di Segretariato Sociale del Centro Risorse, ai sensi dell’art. 83 del Regolamento Regionale 4/07, costituisce il raccordo ineludibile tra la famiglia, i suoi bisogni, e l’offerta dei servizi.
Il Segretariato Sociale è un servizio pubblico: offre informazioni esatte, complete ed esaustive su prestazioni e servizi offerti, in un ottica sistemica, orienta la domanda, analizza il bisogno e favorisce l’individuazione della risposta ritenuta più adeguata. Il Servizio si articola, nei singoli Ambiti Territoriali Sociali della provincia, in Centri Ascolto Famiglia, chiamati ad assolvere le medesime funzioni, in condizioni di prossimità. L’accesso al Servizio di Segretariato può essere spontaneo o su invio di altri Servizi, Enti o Istituzioni. Svolgono attività di Segretariato Sociale le Assistenti Sociali all’uopo incaricate, che accolgono tutti gli utenti che affluiscono al Centro Risorse Famiglie e assicurano informazioni, rilevazione dati, assistenza e sostegno nella soluzione di problemi che ostacolano il benessere personale.

• Il SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE

Il Servizio Sociale Professionale, in osservanza dell’art. 22, della Legge 328/00 e dell’art. 86 del Reg. 4/07, è un servizio aperto ai bisogni di tutta la comunità, finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a prevenire, ridurre e/o rimuovere situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini. L’attenzione prioritaria è indirizzata ai soggetti più deboli ed emarginati, con interventi di prevenzione del disagio, potenziamento e attivazione delle risorse individuali familiari e comunitarie, di valorizzazione dell’individuo. È preposto ad assicurare aiuto ai singoli, ai gruppi, alle famiglie, per lo sviluppo delle capacità atte ad affrontare, gestire e risolvere i problemi, attraverso la presa in carico dei casi e la predisposizione di progetti di intervento personalizzati, d’intesa con gli altri attori coinvolti, e, tenuto conto delle eventuali disposizioni di organi giudiziari, a realizzare forme di cooperazione tecnica e di integrazione con altri attori sociali, pubblici e privati, e alla supervisione tecnica dei Servizi.

• SPAZIO NEUTRO

Il Servizio Spazio Neutro si configura quale contenitore qualificato, uno spazio esterno, un luogo terzo, all’interno del quale opera personale qualificato (psicologo, educatore, assistente sociale), per facilitare il riavvicinamento relazionale ed emotivo tra genitori o adulti di riferimento e figli che hanno subito, o hanno in corso, un’interruzione di rapporto, determinata da dinamiche gravemente conflittuali interne al nucleo familiare. Operatori adeguatamente formati assumono la funzione di sostegno emotivo al bambino e facilitano il concretizzarsi delle condizioni di incontro positivo, privilegiando, a seconda delle situazioni, l’aspetto della tutela, dell’osservazione, del supporto.Il Servizio si fonda sul riconoscimento del bisogno del bambino di vedere salvaguardata il più possibile la relazione con entrambi i genitori e i legami che ne derivano, il diritto a non perdere parte del suo essere figlio, della sua identità, a non smarrire il senso e la continuità della sua storia. In quest'ottica, è fondamentale che anche gli adulti vengano aiutati a mantenere e/o ricostruire una continuità genitoriale nei confronti dei loro figli, per i quali restano, nel bene e nel male, punti di riferimento.

• MEDIAZIONE FAMILIARE

La Mediazione familiare è un intervento professionale rivolto alle coppie e finalizzato alla riorganizzazione delle relazioni familiari quando queste sono fortemente conflittuali, o in presenza di una volontà di separazione e/o divorzio. Aiuta gli adulti a valorizzare le rispettive competenze, mantenendo l'alleanza genitoriale nel lungo percorso di auspicabile collaborazione nell'esercizio della genitorialità, soprattutto per il benessere dei figli. Nel difficile percorso di separazione coniugale, l’obiettivo della mediazione familiare non consiste nel solo raggiungimento di accordi scritti e firmati dalle parti coinvolte. Gli accordi scritti, conosciuti come progetto di intenti, che rappresenta il prodotto materiale della mediazione familiare, hanno un valore solo temporaneo. Infatti, le situazioni della vita sono mutevoli e, nel tempo, possono cambiare, anche sostanzialmente, le condizioni soggettive o/e familiari. La mediazione familiare potrà considerarsi efficace se al termine del percorso di mediazione gli adulti avranno acquisito la capacità di confrontarsi, di comunicare e, soprattutto, di superare le fisiologiche crisi che la vita propone, nello scandire del tempo, senza il continuo aiuto da parte del mediatore familiare. La mediazione familiare è un servizio alle famiglie in crisi, che può essere richiesto da uno o più familiari: non è una consulenza tecnico-legale, non è una terapia di coppia né psicoterapia, non è arbitraggio o delega ad un terzo per la ricerca di una soluzione del conflitto, non è una sostituzione del giudice o degli avvocati.

• MEDIAZIONE PENALE

La mediazione penale è un percorso relazionale tra due o più persone per la risoluzione di conflitti che si configurano come un reato: è una procedura informale a cui la vittima e l’autore del reato aderiscono liberamente, con la quale, tramite l’ausilio del mediatore, le parti confrontano le rispettive posizioni, emozioni , sentimenti, bisogni, richieste, interessi, al fine di trovare una soluzione comune al loro conflitto, basata sulla riconciliazione e su un accordo di riparazione materiale e/o simbolica. Il servizio di Mediazione Penale presso il Centro Risorse per la Famiglia, su mandato dell’Autorità Giudiziaria minorile, ed in collaborazione con l’USSM (Ufficio Servizio Sociale per i Minorenni), promuove e realizza l’incontro volontario, libero e protetto tra gli autori di reato e le loro vittime. In campo penale, la mediazione costituisce un approccio innovativo alle secolari questioni poste dalla commissione di un crimine ed è un procedimento informale in cui le parti, guidate da un’equipe di esperti, hanno la possibilità di incontrarsi, di discutere del reato, dei suoi effetti sulla loro vita e sulle loro relazioni, di progettare modalità di comportamento futuro, assumendosi, eventualmente, anche impegni volontari di riparazione - simbolica o materiale - del danno causato. Muovendo da una lettura relazionale del fatto criminoso, inteso prioritariamente come un conflitto che lacera aspettative sociali condivise, la mediazione penale lancia una sfida culturale: cercare di superare la logica sterile della pena per una logica costruttiva dell’impegno, del dialogo, della corresponsabilità. Trattasi, quindi, di un modello di giustizia alternativo, sussidiario, collaterale o integrato nel sistema giudiziario "tradizionale".


   
 
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